Un anno in pandemia
Ritorniamo esattamente ad un anno fa, al giorno in cui viene emanato il DPCM del 4 marzo del 2020 con cui si stabiliscono le misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
È l’inizio di una nuova fase storica che segna un cambio di rotta nello stile di vivere ma anche di pensare, di immaginare, di vedere il futuro.
Nessuno era consapevole di ciò che significasse trovarsi a vivere in tempo di pandemia, eppure vi era l’insensata e ingiustificata certezza che tutto si sarebbe risolto in breve tempo, secondo lo stile tipico della società contemporanea improntata sul dinamismo, la velocità e governata dal principio del fast e dell’easy.
Ma questa certezza presto sarebbe crollata, la pandemia porta un messaggio scomodo: l’uomo non ha il dominio sulla natura. È una verità talmente inaccettabile che qualcuno giunge a negare la pandemia, ad attribuirne la paternità a poteri occulti che da paesi lontani e in fantasiosi laboratori, hanno giocato a produrre e mettere in circolo virus intelligenti creati per colpire questa o quella economia. E poiché l’economia mondiale ha subito un arresto, allora vuol dire che il controllo del virus è sfuggito di mano. L’uomo contemporaneo, ebbro di onnipotenza, non riesce ad accettare l’idea di non essere superiore alla natura e di non poterla governare, così regredisce ad un pensiero magico, tipico dell’uomo primitivo, e trova spiegazioni illusorie che lo conducono a dare colpe e responsabilità a fantomatici nemici.
Cosa vuol dire vivere in tempo di pandemia? Ci rivolgiamo alla storia, guardiamo il passato per capire come e quando l’uomo ha vissuto un tale fenomeno. I più anziani ricordano la spagnola, ne hanno memoria dai racconti tramandati, i più giovani trovano analogie con la peste studiata sui libri di scuola, o dalla narrazione manzoniana dei Promessi sposi e non si persuadono che un fatto del genere possa ripetersi nell’era contemporanea.
Fra le misure di contenimento della pandemia elencate dal DPCM è inclusa la chiusura delle scuole su tutto il territorio nazionale.
Ammettiamolo sembrava davvero vantaggioso poter godere di un inaspettato periodo di vacanza…e invece no, non si tratta di vacanza è stata avviata la DAD, ma va bene ugualmente: finalmente è possibile stare connessi lecitamente. Sembra un gioco divertente la DAD. Ma ben presto si capirà che la serietà dell’emergenza sanitaria è più grave di quanto si potesse immaginare. Il DPCM parla di chiusura delle scuole fino al 15 marzo, e invece i tempi si allungano, arriva un altro decreto e le scuole rimangono chiuse perché il Covid-19 è una virus da cui è possibile difendersi solo riducendo ogni occasione di contatto. Il virus, spesso indicato come il nemico invisibile, è in circolazione dal 2019, come ricorda il suo nome, in Italia se ne è avuta notizia solo a fine dicembre e lo si era considerato un virus lontano dal continente europeo. Invece il 20 febbraio 2020 si scopre il malato italiano numero 1, ma presto si saprà che il Coronavirus era già arrivato in Italia, silenziosamente.
Proviamo a raccontare questo primo anno di pandemia attraverso alcune parole-chiave.
La prima parola-chiave è cambiamento. La quotidianità, con le sue consuetudini, ha subito un grande cambiamento, basti pensare al modo di frequentare la scuola, di svolgere i compiti, di lavorare, di fare la spesa, di incontrarsi. Sono cambiati anche gli spazi delle abitazioni, sono stati trovati nuovi angoli di casa destinati ai collegamenti con le lezioni per gli studenti o con gli uffici per il lavoro svolto da casa dagli adulti, spazi dedicati alle attività ricreative o ginniche per gli sportivi.
La seconda parola-chiave è lockdown. Fra i neologismi rimane il più famoso, indica una “messa in sicurezza”, che nella pratica si traduce con la chiusura forzata in casa per contenere la diffusione del contagio. Un neologismo che ha portato con sé una scia di altri termini, già in uso ma certamente meno popolari, come smart working, classroom, Google Meet, flash mob, DAD e altri ancora.
La terza parola-chiave è creatività. Durante la chiusura forzata in casa si è sviluppata anche una certa dose di creatività per rispondere alle nuove esigenze, si è reso necessario aguzzare l’ingegno per ideare nuove strategie di adattamento e di risoluzione dei nuovi bisogni. Si è assistito ad un riscoperta della quotidianità che si è rivestita di un nuovo valore: qualcuno ha ritrovato il piacere di trascorrere più tempo in compagnia dei propri familiari; di riprendere quei vecchi giochi di società da fare insieme e occupare così il tempo dilatato del fine settimana; qualcun altro ha indossato il grembiule per riscoprire il bello della cucina e il buono della tavola; chi ha ripreso vecchi hobby o ne ha inventati di nuovi.
La quarta parola-chiave è tecnologia. Bisogna riconoscere che tutto il settore della tecnologia ha vissuto il suo momento di gloria: anche i meno giovani e gli anziani finalmente hanno abbattuto gli ultimi baluardi di resistenza convertendosi all’uso degli innovativi dispositivi tecnologici al fine di rimanere in contatto con i propri cari. Un tripudio di videochiamate e di videoconferenze da ogni tipo di dispositivo: smartphone, tablet, PC. Forse questo è uno dei pochi effetti positivi della pandemia, ovvero l’aver determinato un’accelerazione dei processi di innovazione comunicativa nell’ambito della comunicazione formale (ambito istituzionale ovvero la scuola, il mondo del lavoro, delle associazioni, della religione) ed informale (ambito familiare, amicale e sociale).
La quinta parola chiave è rinuncia. La pandemia ha imposto e continua a imporre anche molte rinunce ai bambini, ai ragazzi, agli adulti, agli anziani, a tutti. Qualcosa è stato perso in termini di opportunità, occasioni e forse qualcosa è stato anche recuperato o guadagnato.
E voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre parole-chiave?
credo che in questo articolo vengono descritti davvero bene tutti gli eventi che ci hanno portato ad oggi, sono ormai tanti mesi che si va avanti con tutto ciò, questo è diventato il nostro quotidiano di tutti giorni, la sicurezza deve esserci per tutti, ma la responsabilità resta a noi.
Io penso che questa pandemia globale abbia cambiato il mondo ma non solo in negativo.Sono morte centinaia di miglialia di persone e questo vuoto non è mai paragonabile alle cose positive che abbiamo appreso durante questa pandemia però non possiamo negare che ci siamo anche dei risvolti positivi.Ad esempio molti ragazzi e ragazze si sono approcciati al mondo della lettura che è un mondo fantastico,abbiamo approfondito le nostre capacità tecnologiche e siamo rimasti sempre aggiornati riguardo quello che succede “là fuori”.Siamo stati privati di moltissimi piaceri ovvero respirare liberamente,uscire a mangiare una pizza con degli amici e stare fuori fino a tardi,però questo ci aiuterà a crescere e ad evitare che ciò si ripeta.
Questa pandemia secondo me è stata il mezzo per una svolta o rivoluzione sociale, grazie ad essa abbiamo preso in considerazione alcuni valori che prima della pandemia mettevamo in disparte. Alcune parole chiavi per me sono: Nostalgia, Paura e soprattutto Sicurezza.
Sicurezza perchè si è fatto di tutto pur di mantenere basso il contagio, e da questa pandemia sono sicuro che in giro si vedranno molte più persone con la mascherina in viso anche se non ci sarà il bisogno.
Concordo che l’esperienza che stiamo vivendo rischierà di lasciare un segno duraturo e anche rivoluzionario sul nostro modo di agire e di rapportarci alla cittadinanza. Questa pandemia presenta effetti sia fisici che psicologici ma credo,almeno per me, anche effetti positivi perchè tutti i mesi passati chiusi a casa ovviamente hanno fatto allontanare alcuni amici per mancanza di contatti, divertimento,risate, serate passate tutti insieme etc., ma è proprio questo distacco ad aver messo alla prova i rapporti e i legami di due o più amici facendo capire chi fossero i veri amici e chi no. Di conseguenza scelgo una semplice ed elegante parola chiave: Collaborazione.
Questo articolo mi ha QUASI fatto venire nostalgia… Credo che nonostante le brutte situazioni che si sono succedute in questo anno, siamo comunque riusciti a goderci qualche momento di gioia (le battute in videochiamata con gli amici, il tempo passato con i nostri genitori); forse non nel modo che ci saremmo aspettati, eppure ci siamo fatti forza l’un l’altro, e come si sente dire spesso ormai, siamo stati vicini, nonostante la lontananza.
Sicuramente una situazione del genere non era prevista dalla maggior parte della popolazione, tant’è che all’inizio si scherzava anche sul fatto che questo ”virus cinese” potesse arrivare fino a noi. Vi sono state inoltre, anche diverse trasmissioni televisive che, a livello nazionale, invitavano gli spettatori ad andare a mangiare nei ristoranti cinesi. Ma se noi ignoravamo questo fatto non è accettabile che coloro che governino i vari Paesi lo rinneghino. Il piano pandemico in Italia, come anche in Belgio ed in Spagna, non ha subito cambiamenti sin dal 2006 ed è normale quindi che la diffusione agli inizi della pandemia non si arrestasse. Fondamentale è anche il governo cinese che non poteva fare di meglio che nascondere la pandemia fino alla fine di dicembre, quando un medico, Li Wenliang, decise di annunciare pubblicamente questo pericolo e, per questo fu ”interrogato ed ammonito”. L’ammonizione sarà stata sicuramente verbale, sia mai che il governo cinese possa condannare la libertà di pensiero tramite incarcerazioni segrete o violenza fisica e psicologica? Il medico oggi è morto, di covid. Ad oggi sappiamo che la Cina ha sicuramente nascosto il covid fino a quando ne è stata capace, oscurando anche le chat di medici con l’accusa di ”aver disturbato gravemente l’ordine sociale”. Sicuro è che ancora oggi dobbiamo fare i conti con questa pandemia, ormai il peggio è passato ci dicono, meglio guardare al futuro.
Mi trovo d’accordo sul fatto che l’uomo cerchi sempre di smentire tutto quello su cui non ha potere e di scaricare la colpa ai poteri più forti. Il covid è stata una rivoluzione a livello mondiale per tutti, e nei suoi tanti lati negativi io penso che alla fine ci siano stati anche lati abbastanza positivi, come il semplice ritrovare piacere di stare a casa, passare tempo con i familiari, coltivare le proprie passioni, magari anche lasciate incomplete, e tanti altri motivi. Inoltre ci ha resi molto più responsabili ad esempio nei confronti dell’ambiente, ci ha resi più curiosi nel guardare il telegiornale ogni sera durante l’ora di cena, o anche nel guardare la conferenza del presidente Conte che annunciava sempre le nuove novità del DPCM. Inoltre in un certo senso ha reso più unita l’Italia, infatti grazie all’uso dei social la gente faceva nuove conoscenze o riallacciava i rapporti con vecchie conoscenze andate perdute.
L’umanità aveva già incontrato nel passato numerose pandemie che avevano “stravolto e sconvolto la storia”. Ma forse la nostra generazione non era ancora pronta a dover affrontare un periodo così precario che inevitabilmente ha marcato le nostre vite. A primo impatto potrebbe averci colto alla sprovvista e abbattuto le nostre prospettive per il futuro, ma analizzandolo sotto tutti i punti di vista potremmo renderci conto che la maggior parte di noi ha vissuto “esperienze” diverse dal solito le quali hanno avuto dei risvolti positivi nella nostra quotidianità. Non solo la riscoperta di piccoli piaceri, interessi, e la valorizzazione delle piccole opportunità e delle piccole cose anche astratte quali gli affetti stabili, ma in qualche modo ognuno di noi, e la società stessa, ha dovuto ovviare ai limiti venutisi a creare a causa di questa pandemia. Sono stati richiesti numerosi sacrifici, nel campo economico, sociale, culturale ma si sono affiancate anche innovazioni che ci hanno permesso di aggirarli. Per cui mi trovo d’accordo nell’affermare che “cambiamento” è la parola adatta per descrivere questa situazione. In un certo senso anche progresso, (non necessariamente inteso dal punto di vista economico) perché quasi sicuramente in molti di noi è cambiato qualcosa anche nel modo di vedere e vivere il mondo dentro e fuori le quattro mura domestiche.
Un anno. Sembra strano ma è passato davvero un anno dall’inizio della pandemia, ci ha tolto tanto ma ci ha dato anche molto. Durante il lockdown, se da un lato le persone hanno cominciato a sviluppare nuovi interessi proprio per ammazzare il tempo, ci sono anche persone che dal punto di vista psicologico ne hanno sofferto, e anche ad oggi, quasi un anno dopo la fine del lockdown, c’è chi ancora soffre di disturbi post traumatici.
Quindi non si può parlare in generale di questo fatto ma come di qualunque altra cosa.
C’è da dire che nonostante tutto, almeno chi non ha perso un parente o contratto lui stesso il virus o qualunque altro problema, non penso la situazione sia stata così grave, del resto, da sempre l’uomo si è adattato alle difficoltà che si sono presentate; ma nella società attuale, non c’è troppo da cui preoccuparsi, almeno per coloro che vivono un vita soddisfacente e più agiata.
Proprio per questo, magari, non siamo più abituati ad affrontare molte difficoltà e adattarci di conseguenza.
Non sappiamo di certo quando finirà, ma dobbiamo metterci in testa, che se non collaboriamo e agiamo con buon senso, la cosa si protrarrà ancora a lungo, e poi è inutile dare la colpa agli altri, al governo o a chiunque altro, se a peccare è proprio chi si lamenta.
Penso che un’altra parola-chiave sia 𝐍𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚 perché anche se possiamo riuscire a contattare i nostri amici e i nostri familiari attraverso attrezzi tecnologici come i PC, i telefoni e i tablet, non si prova la stessa cosa. Una carezza, un’abbraccio, un bacio… niente. Non si può fare niente. Siamo tutti dietro ad uno schermo. Capisco che questo è il modo migliore per evitare i contagi, ed è giusto per uscire da questa pandemia orribile, ma sinceramente mi manca abbracciare i miei amici e i miei familiari. Quello che prima era un abbraccio conforante, quando ci si incontrava, ora si è trasformato in un saluto con il gomito o con il piede. Spero solo che tutto torni presto alla normalità.
Nessuno si sarebbe mai potuto immaginare una cosa del genere, tant’è che all’inizio si scherzava che questo virus sarebbe mai riuscito ad arrivare fino a noi. La strategia dell’Italia per combattere questa pandemia non era abbastanza credendo di poter fare come per altre pandemie passate, ed è normale quindi che la diffusione agli inizi della pandemia non si arrestasse. Il governo cinese inoltre non ha dato una grossa mano sapendo il pericolo che tutto il mondo stava correndo rifiutandosi di divulgare la notizia di questo nuovo virus. Ancora oggi dopo un anno di lotte contro le varie ondate nel nostro paese, continuiamo a combattere contro questo virus speranzosi, di riuscire a uscirne il prima possibile e con il minor numero di morti.
Io sono pienamente d’accordo con tutto ciò che è scritto in questo articolo. Io penso che questo virus ci abbia insegnato una bella lezione. Ci ha fatto capire che dobbiamo goderci ogni istante della nostra vita. Ci ha insegnato che anche le cose più scontate e banali (come per esempio uscire con gli amici, andare al ristorante insieme ai parenti o addirittura andare a scuola) sono in realtà i momenti più belli e preziosi di cui tutti noi abbiamo bisogno. Ci ha insegnato ad essere forti ed affrontare le situazioni difficili, facendoci capire che gli ostacoli vanno superati e non bisogna mai arrendersi e da questo abbiamo imparato a trovare sempre un briciolo di speranza in una situazione brutta come questa.
Sì è vero , è passato 1 anno dall’inizio della pandemia in Italia, anche se in realtà dicono che il Covid 19 era presente in Italia già a dicembre. Penso che tutte le parole chiave siano giuste e vere, aggiungerei Protezione , perché in questo periodo si è capito l’importanza di tutelare noi stessi e gli altri, partendo dal lavaggio delle mani al distanziamento. Sì la pandemia ha portato molti aspetti negativi, tra cui le migliaia di vittime, la chiusura di scuole, uffici,luoghi di svago come bar, piscine, cinema ,ma vanno ricordati anche aspetti positivi come la percezione di mancanza dei cari, oppure aver imparato a usare meglio la tecnologia per esempio. L’uomo ha già affrontato la pandemia anche prima,come la peste spagnola, però al tempo non c’erano le stesse cure, le macchine evolute, le medicine , quindi l’uomo deve capire dal passato per non far accadere gli stessi eventi nel presente e futuro.
Questo articolo mi ha portato indietro nel tempo: ho considerato molti eventi passati mentre leggevo il testo, e mi sono accorto che tutto questo trambusto ha completamente stravolto molte abitudini di molte persone (e non di tutte, dato che ci sono persone che negano l’esistenza di questo virus, come se non vedessero cosa sta succedendo, come se non volessero vederlo) e, in un certo senso, ci ha anche fatto “evolvere” in molti ambiti, primi tra tutti la sicurezza, la tecnologia e la ricerca scientifica. No, è vero, non siamo padroni ineluttabili di questo pianeta, ma nonostante le perdite subite sia in passato per le diverse altre pandemie sia per l’odierno Covid-19, riusciremo in qualche modo a uscire da questa brutta realtà e a tornare alla solita vita di sempre. Dopo tutto, la speranza è l’ultima a morire, ma dobbiamo collaborare tutti quanti affinché questa speranza divori questo incubo a occhi aperti.
A volte mi sembra di vivere in uno di quei film apocalittici dove l’umanità è messa in ginocchio per colpa di un’epidemia devastante.Purtroppo questa è la realtà e ,all’inizio, è sempre difficile da accettare. Penso che il periodo più brutto fu durante il mese di Marzo,dato che nel giro di pochi giorni il covid, che ci sembrava anni luce distante, stravolse un’intera Italia da ogni punto di vista.
Questo virus ha causato la morte di milioni di persone tra cui dottori e infermieri, gli unici ,che in questo periodo, sono stati i nostri supereroi, continuando a combattere questa guerra contro un nemico invisibile.
Adesso con i vaccini la situazione potrebbe migliorare,ma il virus muta e cambia forma, creando numerose varianti, certe volte molto più pericolose del Covid-19.
Se da una parte ci sono molti lati negativi, dall’altra ci sono anche lati positivi come:passare più tempo con i propri cari;il fatto che abbiamo usato e continuiamo ad usare metodi di comunicazione alternativi come la DAD ,ma soprattutto ci ha fatto capire l’importanza della quotidianità prima del Covid,che noi davamo per scontato; penso che tutti noi vorremmo tornare alla vita di prima, però dobbiamo resistere e sperare che si possa ritornare alla normalità prima possibile.
Le parole-chiave che rispecchiano il mio pensiero sono: cambiamento,rinuncia e speranza.
E’ già passato un’anno dall’inizio di questa pandemia e purtroppo non sappiamo ancora quando finirà. All’inizio sembrava una cosa molto lontana da noi e non credevamo potesse raggiungerci, così l’abbiamo sottovalutata e questo è stata una conseguenza che ancora oggi stiamo pagando. Spero che con la diffusione del vaccino e con il buonsenso delle persone questa pandemia possa smettere di esistere, in modo da poter tornare alla nostra vecchia vita.
Da quando è iniziata la pandemia siamo cambiati tutti in un modo o nell’altro, molti di noi sono maturati e hanno cambiato il loro stile di vita magari, pure migliorandola per certi aspetti. Personalmente se penso a com’ero un anno fa, oggi mi ritrovo completamente diversa, certo ho mantenuto i miei valori ma molti pensieri sono completamente diversi e potrei anche dire che ho avuto una sorta di “crescita mentale” su tanti argomenti. Infatti, penso che un’altra delle parole chiave di questa pandemia sia proprio “CRESCITA”. Per crescita intendo un percorso personale, intimo se vogliamo descriverlo così; dobbiamo capire che saremo gli adulti di domani, dobbiamo capire quanto la vita sia magnifica, dobbiamo capire che soprattutto in un momento delicato come questo l’unica cosa che conta davvero non è preservare la nostra vita ma quella di tutti e ciò lo si fa rispettando le misure di sicurezza e essendo responsabili. La vita è così rara e piena di sorprese che non vale la pena di buttarla via come buttiamo via la mascherina .Se vogliamo sconfiggere questo virus dobbiamo farlo insieme perché solo insieme possiamo farcela Proprio per questo un’altra parola chiave secondo me è “l’UNIONE” ,in un momento di crisi è la sola arma che abbiamo .Questo virus è arrivato come un treno e ad ogni stazione ha portato via molte persone a noi care, amici, parenti e compagni. Dobbiamo essere forti e dobbiamo avere speranza ,perché un giorno tutto questo finirà.
Sono d’accordo, per quanto riguarda l’articolo. Questo virus in qualche modo ci ha fatto capire che nonostante i momenti belli e brutti, dobbiamo essere ottimisti. Ci ha fatto ricordare il significato delle piccole cose a cui prima non facevamo caso e sembravano del tutto scontate. Ovviamente nessuno si aspettava tutto questo, ma in qualche modo questo periodo di lockdown è servito veramente a fare delle riflessioni personali. Io penso che nonostante tutto dobbiamo pensare (ovviamente non bisogna sottovalutare la malattia) che in qualche modo riusciremo a riprendere la nostra vita in mano, e continueremo ad essere felici e spensierati come lo eravamo prima.
Un anno fa pensavamo che questa pandemia sarebbe durata una settimana, o al massimo due, ma invece è già passato un anno.
Non per tutti è stato facile, e continua a non esserlo, perché molti, hanno perso persone alla quale tenevano tanto, come i loro familiari.
Per molti è stato anche un periodo di crescita e maturazione, in tanti hanno trascorso più tempo con le famiglie, cosa che ormai era stata trascurata.
Personalmente credo che dovremmo subire questa pandemia per ancora un pò, ma se magari rispettiamo tutte le regole, passerà al più presto.
Semplicemente io: una ragazza che esprime le sue emozioni nelle poesie ecco un esempio che sto per presentare in cui spiego che dalla tristezza nasce la voglia di sperare …
2020/2021
Tutto iniziò all’improvviso,
sorrisi strappati a guardarci attraverso un telefonino.
Sempre la mascherina dobbiamo avere con noi
perché così riuscirai a proteggere chi vuoi.
Tante vite sono state strappate
e cuori infranti ce ne sono a palate,
ospedali pieni di persone malate,
ma per fortuna ci sono gli infermieri che fanno
quel che possono fare.
Tutte le scuole chiuse
e molte persone ne rimangono deluse,
ma ogni giorno passa così, e noi speriamo in un sorriso e in una speranza in più
così che tutti potremmo ritornare a volerci bene di più.
Da quando è iniziata questa pandemia è cambiato tutto, il nostro modo di vivere, la nostra “libertà”, ma sopratutto siamo cambiati noi, il nostro modo di pensare,il nostro modo di fare. Alcuni sono maturati altri invece sono tornati indietro, io personalmente sono maturata molto, questo è un lato positivo della pandemia, mentre un lato negativo della pandemia è perdere le persone a noi care, perdere rapporti con persone a cui teniamo molto, magari per colpa della distanza o magari per colpa della quarantena che ha fatto uscire il lato peggiore di noi in alcune situazioni. Detto questo la pandemia ci ha fatto molto male psicologicamente ma dobbiamo cercare di vedere sempre il lato positivo nelle cose.
Come dice l’articolo stesso, è già passato un anno dall’arrivo di questa “guerra invisibile”. Io aggiungerei un’altra parola-chiave, Speranza, la speranza è un qualcosa che a parer mio viene insegnata e trasmessa poco. In quest’ultimo periodo mi sono spesso ritrovato a pensare molto, mi sono ritrovato a pensare come in così poco tempo le mie abitudini e il mio modo di vedere il mondo siano cambiati drasticamente, prima un abbraccio lo vedevo come un gesto affettuoso che personalmente amavo condividere con i miei cari, adesso lo vedo come una possibile trasmissione del virus… Durante il lockdown di marzo scorso abbiamo avuto l’introduzione di una nuova modalità di insegnamento, la DAD, tuttavia non la definisco SCUOLA, parlando da studente, posso dire con certezza che la scuola non è spiegare e fare interrogazioni, la scuola è molto di più, se fatta nella maniera adeguata, la scuola è un luogo dove imparare a conoscere se stessi e gli altri, (grazie anche a piccole attività come il semplice andare in laboratorio durante l’ora di fisica oppure andare in gita in giro per l’Italia/mondo, sono tutti dettagli che, però, in un qualche modo a parer mio incidono profondamente sul nostro io), inoltre la cosa più importante che è venuta a mancare è il contatto, certo stare in chiamata o massaggiare ha sicuramente aiutato, ma credo che chiunque preferirebbe mangiare una pizza con gli amici piuttosto che starvi in chiamata. Tuttavia sarebbe troppo facile parlare solo degli aspetti negativi del Covid e delle sue conseguenze, “grazie” al lockdown, nonostante il poco tempo a disposizione, ho avuto modo di riprendere a fare lettering (una passione che mi porto dietro da anni) e soprattutto ho avuto molto tempo per ascoltare musica, la mia più grande passione, quindi, in sostanza
“”Grazie”” covid per averci fatto capire il vero valore di certe cose.
Certo però potevi anche fare meno danni eh.
Ci sembrerà strano pensare che è già passato un anno da tutto questo. Da quando é iniziata questa pandemia nessuno si sarebbe mai aspettato che sarebbe durata così a lungo. È successo tutto all’improvviso. Io personalmente credo che questa pandemia oltre ad avere aspetti negativi ci ha fatto capire molte cose, cioè quanto sia importante passare più tempo possibile con le persone a cui teniamo di più e che magari un giorno possano andarsene via senza che c’è ne accorgiamo. Inoltre credo che la quarantena ci abbia fatto stare di più con la nostra famiglia e ci abbia fatto ricordare dei valori che pensavamo fossero andati persi. Solamente con la speranza e il buonsenso possiamo riuscire a ritornare alla nostra vecchia vita.
Secondo me questa pandemia ha cambiato tutti noi, siamo diventati più responsabili, ci siamo dedicati a hobby che magari prima pensavamo non ci piacessero e invece poi ci siamo ricreduti e sicuramente siamo diventati tutti più tecnologici. In questo periodo mi mancano i vecchi tempi nei quali si poteva uscire con gli amici tranquillamente senza coprifuoco, mi manca poter respirare senza mascherina e mi manca essere senza restrizioni anche se sono necessarie per poter passare questo brutto periodo. Quindi dobbiamo resistere ancora un po’ in modo tale da poter tornare liberi e sereni.
All’inizio di questa pandemia non si pensava che sarebbe durata cosi tanto invece ora ci ritroviamo a un’anno dall’inizio della diffusione dal virus e la nostra vita è cambiata radicalmente. In un certo senso siamo stati privati da alcune abitudini quotidiane, però ci sono anche alcuni lati positivi penso che, io come anche i miei coetanei, siamo maturati molto in questo periodo e siamo diventati molto più responsabili. Spero questa situazione posso finire al più presto e di ritornare alla normalità.
Un anno fa è iniziata una nuova guerra, la guerra contro un nemico invisibile. Esattamente un anno fa è iniziata la pandemia e tutto è cambiato. Un anno fa ero la persona più pessimista che esista, e adesso invece grazie alla pandemia sono diventata una persona ottimista. Bisogna sempre trovare il lato positivo delle cose, anche di quelle più tristi. Grazie alla pandemia abbiamo capito cos’è realmente importante nella nostra vita, abbiamo capito il valore di un abbraccio, abbiamo capito che non bisogna dare niente per scontato. In questo periodo bisogna essere ottimisti, prima o poi in fondo finirà. Rispettare tutte le norme e essere sempre ottimisti sono secondo me gli unici due modi per superare questo brutto momento. La speranza è l’ultima a morire perciò non perdete mai la speranza di riavere una vita felice e piena di libertà.
Ci sembrerà strano pensare che è già passato un anno da tutto questo. Da quando é iniziata questa pandemia nessuno si sarebbe mai aspettato che sarebbe durata così a lungo. È successo tutto all’improvviso. Io personalmente credo che questa pandemia oltre ad avere aspetti negativi ci ha fatto capire molte cose, cioè quanto sia importante passare più tempo possibile con le persone a cui teniamo di più e che magari un giorno possano andarsene via senza che c’è ne accorgiamo. Inoltre credo che la quarantena ci abbia fatto stare di più con la nostra famiglia e ci abbia fatto ricordare dei valori che pensavamo fossero andati persi. Solamente con la speranza e il buonsenso possiamo riuscire a ritornare alla nostra vecchia vita
Penso che nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere , da un giorno all’altro ci siamo ritrovati chiusi in casa e ci siamo dovuti abituare ad utilizzare sempre la mascherina e a stare distanziati . Ma secondo me dopotutto ci sono anche lati positivi , ad esempio io ho capito l’importanza di molte cose che prima davo per scontato . Questo per me è stato un periodo di riflessione .
Questo, quasi anno e mezzo in pandemia, ha portato molta tristezza nel cuore di tutti i cittadini Italiani, i quali hanno anche dato anche speranza a tutti noi. Purtroppo, anche a causa delle molteplici persone che ci hanno lasciato, si è capita l’ importanza delle nuove restrizioni emanate del governo e che tutte, anche quelle più difficili da sopportare, sono necessarie per il bene individuale e della comunità italiana. Questo lungo periodo, che sembra non finire più, oltre agli aspetti negativi, ha lasciato anche quelli positivi. Alcuni di questi sono ad esempio: imparare l’ utilizzo degli apparecchi elettronici, di uso abituale ormai anche per le persone di età avanzata, oppure grazie allo stare chiusi in casa, si è potuto instaurare un rapporto più stretto tra i parenti, ecc… Tutti noi speriamo che questo periodo finisca al più presto, facendoci ritornare alle abitudini di una volta.
È già passato un anno dall’inizio di tutto, dall’inizio di questo incubo insolito che nessuno si sarebbe immaginato di vivere. Un anno fa si cominciò a parlare della nascita di questo virus, ma io personalmente non avrei mai pensato di trovarmi coinvolta e nemmeno di aver dovuto rinunciare alla mia vita in questa maniera. Da un anno tutti noi abbiamo rinunciato a quei gesti che ritenevamo scontati e quotidiani ai quali non davamo la necessaria importanza. Affrontare questa situazione è diventato quasi impossibile, ma fondamentale per riuscire a superare questo periodo così tragico. Ciò che più comunemente mi viene da pensare è il tempo che stiamo perdendo non potendo vivere la nostra vita come abbiamo sempre fatto, ma in realtà ho notato che tutto ciò ha portato l’essere umano a rendersi conto dell’importanza del relazionarsi, dei semplici gesti e questo ha aiutato tutti noi a maturare. Spero davvero di poter parlare al più presto di questa pandemia non più come attualità ma solo come un triste ricordo.
Come ben sappiamo il virus covid 19 inizialmente partito dalla Cina e poi tramite le persone che si spostano, è arrivato in tutto il mondo provocando milioni di morti. I governi di tutto il mondo per fermare i contagi e a sua volta i morti, hanno introdotto i dpcm ovvero delle regole molto pesanti per i luoghi di affollamento: bar,ristoranti,discoteche ecc….. Questo comporta una crisi sia sanitaria, per gli ospedali al collasso, che economica. Io penso che per uscire da questa brutta situazione dobbiamo contribuire tutti vaccinandoci.
È assurdo pensare a come la mia vita sia cambiata con il covid. Gli abbracci, i baci, le feste con gli amici, le lunghe serate a cantare in spiaggia sotto le stelle sembrano ormai solo il bel ricordo di un sogno.
Ho sofferto tantissimo quando la mia libertà è stata strappata via, quando di punto in bianco non sono più potuta andare a trovare i miei nonni, quando mi sono ritrovata sola nella mia camera a piangere e pensare a quanto fossero importanti le cose che noi tutti davamo per scontato come una semplice stretta di mano.
Durante gli innumerevoli giorni di quarantena ho guardato la vecchia “me” andarsene insieme a degli ideali di vita infondati, insieme a stupide preoccupazioni, alla superficialità e alla spensieratezza di una giovane ragazza, per dare spazio alla nuova “me” completamente cambiata.
Mi manca la vita di prima, ma se non fosse successo tutto questo magari sarei rimasta la ragazza superficiale che ero poco più di un anno fa. Quindi la parola chiave che rappresenta il modo in cui sto vivendo la pandemia è “introspezione” e quindi conoscenza del mio “io” più profondo.
L’articolo che ho letto e su cui si basa questo mio commento mi spinge a riflettere sul fatto che questo periodo storico verrà ricordato nei prossimi secoli e che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato una situazione di questo tipo. È già un anno che ci troviamo in questa situazione, costretti a rimanere a casa, a non andare a scuola o al lavoro, a non fare sport, a non vedere i nostri amici o parenti, a studiare attraverso un computer, a stare lontani dai nonni. Tutti noi siamo rimasti senza parole davanti a tutto ciò, davanti al fatto che da un giorno all’altro la nostra libertà ci è stata negata, questo per evitare di fare ulteriormente diffondere un virus altamente contagioso, il Coronavirus, che ha costretto migliaia di persone a stare in terapia intensiva causando migliaia di morti in solitudine e che in poco tempo ha cambiato il volto del mondo. Ormai è passato un anno e sappiamo come comportarci perché abbiamo dovuto adeguarci ad una nuova normalità. In questo articolo ci sono delle parole-chiave che mi hanno colpito, una di queste è CAMBIAMENTO che può essere visto in modo negativo e positivo o in entrambi i modi. Questa situazione ci ha dato infatti anche modo di cambiare, migliorare, pensare su cosa eravamo, siamo e cosa vorremmo essere poiché costretti a fermarci un attimo della nostra vita frenetica. Spero che questa situazione possa essere occasione di miglioramento , conto su una società più solidale, più altruista, meno discriminatoria, meno razzista, più propensa a non giudicare solo dall’aspetto, che dia merito a chi dà un contributo alla società come: medici, agricoltori, lavoratori del supermercato e volontari ; confido in una società più rispettosa verso il mondo e la natura.
La pandemia di Covid 19 passerà sicuramente alla storia, come tutte le altre epidemie passate. L’anno precedente è stato davvero un anno duro, pieno di complicazioni e ostacoli da affrontare, tutti ci siamo ritrovati nella stessa situazione e ci siamo dovuti fare forza tra di noi affinché superassimo la quarantena. Sì, è stato davvero un anno complicato, ma insieme ai lati negativi ce ne sono stati anche altri di positivi, come ad esempio:nell’ambiente, con la riduzione dell’inquinamento e, la fauna che si è in parte riappropriata dei propri territori; , nella nostra vita privata in quanto e sicuramente abbiamo avuto più tempo da dedicare a noi stessi e alle nostre famiglie. Presi dalle nostre routine, almeno noi adolescenti, tendiamo a trascurare la famiglia a causa della mancanza di tempo libero. La quarantena, per quanto stressante possa essere stata, almeno per me, ha rappresentato un momento molto introspettivo della mia vita. Sono cambiate moltissime cose in me, nel mio modo di essere e di fare e anche nelle persone che mi circondano. Ho avuto modo di meditare e a cogliere il positivo in una situazione così drammatica. Adesso però posso solo dire che sono stanco della pandemia e voglio ritornare a vivere la mia vita con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, ritornare a riabbracciare i miei amici, a sentire di nuovo il vento sul viso, e ad avere la possibilià di potersi riunire e spostarsi liberamente. Rivoglio la mia vecchia vita.
Questa pandemia oltre ad aver, purtroppo, fatto perdere la vita a migliaia di persone, ci ha anche distrutti psicologicamente, a causa di diversi motivi come la perdita del lavoro, che ha visto fin troppe persone rimanere senza una stabilità economica, e la fine di una vera vita sociale. Ormai il fatto di non avere contatti fisici con altri individui è diventato abituale, ma tornando indietro di un anno, sembrava una cosa cosa assurda non poter abbracciare qualcuno o darsi una semplice stretta di mano. Però questa pandemia ha fatto qualcosa di positivo: ci ha uniti; personalmente parlando sono stata la prima ad aver instaurato un bellissimo rapporto, ad esempio, con i miei compagni di classe, un rapporto che prima della pandemia era quasi inesistente. Abbiamo inoltre imparato a non dare niente per scontato, a trascorrere a pieno ogni minuto passato fuori casa o in compagnia, a goderci anche le cose più banali, i momenti che prima erano la quotidianità ma che oggi viviamo con intensità.
La pandemia di Covid 19 passerà sicuramente alla storia, come tutte le altre epidemie passate. L’anno precedente è stato davvero un anno duro, pieno di complicazioni e ostacoli da affrontare, tutti ci siamo ritrovati nella stessa situazione e ci siamo dovuti fare forza tra di noi affinché superassimo la quarantena. Sì, è stato davvero un anno complicato, ma insieme ai lati negativi ce ne sono stati anche altri positivi, come ad esempio: nell’ambiente, con la riduzione dell’inquinamento, la fauna che si è in parte riappropriata dei propri territori; nella nostra vita privata in quanto e sicuramente abbiamo avuto più tempo da dedicare a noi stessi e alle nostre famiglie. Presi dalla nostra routine, almeno noi adolescenti, tendiamo a trascurare la famiglia a causa della mancanza di tempo libero. La quarantena, per quanto stressante possa essere stata, almeno per me, ha rappresentato un momento molto introspettivo della mia vita. Sono cambiate moltissime cose in me, nel mio modo di essere e di fare e anche nelle persone che mi circondano. Ho avuto modo di meditare e cogliere il positivo in una situazione così drammatica. Adesso però posso solo dire che sono stanco della pandemia e voglio ritornare a vivere la mia vita con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, ritornare a riabbracciare i miei amici, a sentire di nuovo il vento sul viso, e ad avere la possibilià di potersi riunire e spostarsi liberamente. Rivoglio la mia vecchia vita.
L’articolo che ho letto e su cui si basa questo mio commento mi spinge a riflettere sul fatto che questo periodo storico verrà ricordato nei prossimi secoli e che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato una situazione di questo tipo. È già un anno che ci troviamo in questa situazione, costretti a rimanere a casa, a non andare a scuola o al lavoro, a non fare sport, a non vedere i nostri amici o parenti, a studiare attraverso un computer, a stare lontani dai nonni. Tutti noi siamo rimasti senza parole davanti a tutto ciò, davanti al fatto che da un giorno all’altro la nostra libertà ci è stata negata, questo per evitare di fare ulteriormente diffondere un virus altamente contagioso, il Coronavirus, che ha costretto migliaia di persone a stare in terapia intensiva causando migliaia di morti in solitudine e che in poco tempo ha cambiato il volto del mondo. Ormai è passato un anno e sappiamo come comportarci perché abbiamo dovuto adeguarci ad una nuova normalità. In questo articolo ci sono delle parole-chiave che mi hanno colpito, una di queste è CAMBIAMENTO che può essere visto in modo negativo e positivo o in entrambi i modi. Questa situazione ci ha dato infatti anche modo di cambiare, migliorare, pensare su cosa eravamo, siamo e cosa vorremmo essere poiché costretti a fermarci un attimo della nostra vita frenetica. Spero che questa situazione possa essere occasione di miglioramento , conto su una società più solidale, più altruista, meno discriminatoria, meno razzista, più propensa a non giudicare solo dall’aspetto, che dia merito a chi dà un contributo alla società come: medici, agricoltori, lavoratori del supermercato e volontari ; confido in una società più rispettosa verso il mondo e la natura.
Sono d’accordo con quanto detto nell’articolo,quest’anno non è stato semplice fingere di stare bene e sognare ad occhi aperti qualcosa che non si realizzava mai e soprattutto continuare a farlo anche quando si è capito che uscire da questa epidemia non era per niente semplice. In alcuni momenti mi sembrava più facile arrendermi ai pensieri negativi ma poi ho capito che si arriva ad un obiettivo quando non si abbandonano le speranze e si cerca di superare le difficoltà ed è proprio come abbiamo e stiamo facendo noi tutti. È già più di un anno che l’Italia si trova ad affrontare questa emergenza, con un susseguirsi di “apri e chiudi” fra attività lavorative e libertà personali. Sono morte migliaia di persone e milioni sono stati ricoverati in ospedale. Le mie parole-chiave che esprimono il trascorso della pandemia sono preoccupazione,ansia e fiducia. Come già detto nell’articolo peró il cambiamento è stato uno dei punti più importanti poiché abbiamo dovuto abituarci a questa nuova normalità,fatta di incertezze, in cui non si sa bene cosa porterà il domani.
Vorremmo tutti, soprattutto noi giovani, che gli abbracci tornassero a fare stare bene,vorremmo tornare a fare festa, ad avere un po’ di spensieratezza,tornare a fare quelle piccole cose che sembravano scontate ma che oggi desideriamo rivivere con molta più intensità di una volta. Meritiamo tutti di vivere senza una paura continua e solo quando tutto questo finirá, potremmo finalmente dire di avercela fatta con la consapevolezza che la nuova libertà ce la siamo sudata e riconquistata insieme..