GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
Oggi ricorre la celebrazione della Giornata internazionale della donna. Da tempo, alla luce di quanto sentiamo circa le difficoltà causate dalla discriminazione di genere, che molte donne vivono ancora oggi e in ogni parte del mondo, sorgono ragionevoli interrogativi: cosa significa celebrare la Festa della Donna? Cosa c’è da festeggiare? Per trovare risposte a queste domande occorre risalire all’origine dell’8 marzo perché solo la storia può aiutare a comprendere il senso di un giorno che apparentemente sembra privo di un autentico e serio significato.
Ricostruire la storia degli eventi che conducono alla istituzione del giorno dedicato alle donne vuol dire imbattersi in un crogiolo di date e luoghi e si ha proprio la sensazione che a contendere la paternità della Festa delle Donne siano movimenti politici o paesi diversi e lontani fra loro, sia in termini di tempo che di luogo. Proviamo a ripercorre le tappe che conducono alla istituzione della Giornata internazionale dei diritti della donna.
Stoccarda, 1907 è l’anno della Seconda Internazionale socialista, a cui parteciparono delegati di 25 nazioni, qui fra gli altri temi si discusse della questione femminile e della rivendicazione del voto alle donne a favore del quale i partiti socialisti si dichiararono disponibili “a lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne”. Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste guidato da Clara Zetkin, che divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.
Chicago, 1908, dalla Germania agli Stati Uniti d’America, Corinne Brown presiede la conferenza del Partito socialista di Chicago, esteso a tutte le donne e perciò fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Due le questioni affrontate: lo sfruttamento delle operaie e il diritto di voto alle donne. Da quel momento il Partito socialista raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale Giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909. Nello stesso anno, il 22 novembre, a New York incominciò un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910, la successiva domenica 27 febbraio, tremila donne celebrarono il Woman’s.
San Pietroburgo, 8 marzo 1917 (febbraio secondo il calendario russo allora in vigore), le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra, la debole repressione che ne conseguì, incoraggiò l’organizzazione di altre manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai privo anche dell’appoggio delle forze armate, così che l’8 marzo 1917.
Mosca, giugno 1921, ebbe luogo la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, si scelse l’8 marzo come «Giornata internazionale dell’operaia».
Italia, 12 marzo 1922, prima domenica successiva al giorno 8, su iniziativa del Partito comunista si celebrò la prima Giornata internazionale della donna. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna.
Forse la volontà di voler rimuovere la chiara connotazione politica che caratterizza la storia dell’8 marzo determinò l’affermarsi di varie versioni sulle origini della Festa delle Donne che si legano ora ad una tragedia in cui avrebbero perso la vita decine di operaie vittime di un incendio e ora ad una violenta repressione contro una manifestazione organizzata da donne. Alcune ricerche condotte per validare tali ipotesi pare che non abbiano trovato nessun riscontro.
Il 18 dicembre 1972 l’ONU proclamò il 1975 “Anno Internazionale delle Donne, successivamente il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale, al fine di riconoscere il ruolo della donna nella società, di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale. L’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale da molte nazioni.
Nel 1944 su iniziativa di donne appartenenti a diversi partiti politici e movimenti cristiani nacque l’Unione Donne in Italia che promosse l’8 marzo del 1945 prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera. L’anno successivo, finita la guerra, l’8 marzo fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo, secondo un’idea di tre donne Teresa Noce, Rita Montagnana, Teresa Mattei.
Da allora ogni anno si celebra la Giornata internazionale dei diritti della donna, popolarmente soprannominata la Festa della Donna, un nome ambiguo che si presta a ridimensionare il valore storico e umano di questa giornata spesso liquidata come una delle tante feste consumistiche in cui alla riflessione e al dolore determinato dalla presa di coscienza delle tragiche condizioni che vivono molte bambine, ragazze e donne, si sostituiscono feste goliardiche.
L’ONU Italia indica chiaramente che << la Giornata internazionale della donna celebra i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo. Questo riconoscimento si basa su un principio universale che prescinde da divisioni, siano esse etniche, linguistiche, culturali, economiche o politiche>>, precisando che <<quest’anno la Giornata internazionale delle donne ha come tema “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”. Il tema scelto mira a promuovere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile>>.
In conclusione, presentiamo una donna moderna, fra le tante che in questa giornata saranno citate dai media, una donna che ha costruito una storia professionale importante: Preside della Facoltà di Medicina e ora prima rettrice dell’Università La Sapienza di Roma. Si tratta della prof.ssa Antonella Polimeri, protagonista di una bella storia: la piena realizzazione della carriera professionale non le ha impedito di dedicarsi alla sua famiglia. È anche una storia non comune perché sappiamo che molte donne non riescono a conciliare carriera e famiglia, dunque sono costrette e sacrificare l’una o l’altra. Riportiamo una frase tratta da una intervista rilasciata dalla Prof.ssa Polimeri, la quale descrivendo l’impatto con un mondo molto maschile e ricordando un professore che l’ha voluta sminuire, sottolinea quanto sia ancora presente una certa violenza psicologica sulle donne anche nel mondo colto dell’università e avverte le ragazze dicendo: “Ragazze, siate autorevoli […] L’aggressore fiuta la preda. Coltivate l’autostima e la consapevolezza delle vostre capacità“.
Rivolgiamo a tutti, donne e uomini, l’invito a considerare il valore storico della Giornata internazionale dei diritti della donna, di viverlo come un’occasione di riflessione in cui ripensare al contributo che ciascuno può dare nella società, a scuola, in famiglia per debellare ogni discriminazione di genere e per esprimere la nostra solidarietà alle donne che nel mondo sono costrette a vivere in condizioni disumane in conseguenza di culture fanatiche che offendono la loro dignità.
Sitografia di riferimento:
Leggendo questo articolo non posso che sentirmi onorata di essere donna. Sapere quanto hanno dovuto lottare in passato per poter permettere oggi alle donne del presente di essere libere, lavorando come un uomo e votando sentendosi realmente parte del proprio paese. Non si può che ringraziare le donne del passato per questo fantastico futuro che sembra promettere una parità di genere a lungo richiesta. Quindi grazie donna perché amo essere te
La festa delle donne è un giorno che va ricordato ogni anno, e anche se si celebra un solo giorno, va rispettata sempre. Le donne in passato erano viste come un oggetto, un peso per la società, ma nel corso degli anni si sono battute e hanno lottato per ottenere i propri diritti. In alcune parti del mondo però non li hanno ancora ottenuti, infatti
con la mancanza d’istruzione si hanno matrimoni precoci e molte donne vengono anche sminuite e costrette ad obbedire, ma in altre parti possiamo dire di avere la parità di genere. Spero continui anche nel futuro.
La donna, un essere affascinante tanto quanto l’uomo, si eguagliano, ma personalmente preferisco i gatti. Scherzi a parte, trovo la giornata della donna una festa “”insensata”” ma necessaria, prima di essere bersaglio di critiche, vi chiedo di leggere con attenzione, trovo la giornata internazionale della donna insensata poiché mi chiedo che senso abbia rispettare la donna un solo giorno all’anno, in una società “democratica” come la nostra non dovrebbe essere la normalità assoluta il rispetto reciproco? Evidentemente, se c’è bisogno di una festività positiva, no, non c’è rispetto reciproco, per questo trovo questo giorno insensato ma necessario, tuttavia non fraintendetemi, non dico che la donna sia superiore all’uomo o viceversa, ci eguagliamo e il mio pensiero non si limita solo alle donne. Mi è capitato più volte di sentire espressioni del tipo “ah ma allora ci dovrebbe essere anche una festa dell’uomo, anche lui è stato maltrattato”, nel mio pensiero credo che il fatto che l’uomo sia stato maltrattato è assolutamente condivisibile ma riguardando indietro è possibile notare come sia stata la donna soggetto di soprusi eterni rinnovati nella storia, quindi, in sostanza, ciò che chiedo al mondo è parità su ogni fronte, solo allora potremmo dire di aver reso il pianeta un posto migliore.
Il tema delle donne è sempre stato molto importante per me. In passato le donne erano considerate come degli oggetti, deboli e inutili ma adesso, fortunatamente, non è più così. Sapere che ci sono state donne che hanno combattuto per i loro diritti con coraggio e senza arrendersi per ottenere i loro diritti mi fa sentire onorata di essere una donna. In molti paesi, ancora si ha quel pensiero e questo deve assolutamente cambiare perché le donne non sono questo. Ringrazio tutte le donne del passato che hanno combattuto per ottenere i diritti e la parità di genere che tutte noi ci meritiamo.
L’orgoglio è quello che provo ogni volta che penso a come le donne si siano fatte strada nella società. Con eleganza e diplomazia si sono costruite un futuro da sole, un futuro fatto di uguaglianza e parità dei diritti, dove nessuno è più importante dell’altro e dove nessuno è escluso.
Fino a qualche anno fa non capivo totalmente il motivo di questa ricorrenza: festeggiare la donna in un giorno ben preciso, donando delle mimose e cercando di essere più cortesi. Con il tempo, con le esperienze e con lo studio ho inteso a pieno il motivo per cui ricordare la figura femminile. Oggi, come da sempre, la parità dei sessi non esiste. Potrebbbe sembrare un pensiero femminista, ma è la realtà: l’uomo non viene trattato come la donna, e viceversa.
Fino a qualche anno fa non capivo totalmente il motivo di questa ricorrenza: festeggiare la donna in un giorno ben preciso, donando delle mimose e cercando di essere più cortesi. Con il tempo, con le esperienze e con lo studio ho inteso a pieno il motivo per cui “festeggiare” la figura femminile. Sino ad oggi, la parità dei sessi non esiste. Potrebbbe sembrare un pensiero femminista, ma è la realtà: l’uomo non viene trattato come la donna, e viceversa. L’uomo sin da sempre ha avuto tutto ciò che ha chiesto all’istante, perchè senza delle fondamenta è visto come un essere superiore e più capace rispetto la donna.
La donna, invece, ha dovuto lottare per molti anni, mettendo in gioco anche la propria vita, solo per cercare di ottenere gli stessi diritti dell’uomo e sopratutto per non essere vista come un essere debole e incapace.
In questa giornata, secondo il mio parere, al posto di ricevere una semplice mimosa, noi donne dovremmo scendere in strada a protestare contro le ingiustizie presenti ancora oggi e far ricordare a tutti il nostro valore.
Voglio iniziare con una piccola introduzione, cioè mi esprimo a parole o meglio in poesie. Perché parole ce ne son tante e rime a non finire.
Libertà
Ogni donna si è battuta per i propri diritti,
e tutto ciò che ha ricevuto è:
stato 《stai zitta e sparisci》
ma non si è data per vinta ed è andata avanti,
adesso cammina a testa alta senza rimpianti.
Questo articolo spiega nel dettaglio tutti i traguardi che ha raggiunto la donna per conquistare dei semplici diritti che oggi diamo per scontato. È anche vero, però, che alcuni stereotipi e pregiudizi continuano a perdurare nel tempo, e noi donne dobbiamo continuare a lottare per eliminare anch’essi. Personalmente sono fiera di essere una donna e non mi sento inferiore rispetto ad un uomo perché so di avere le stesse capacità e anche delle peculiarità che mi rendono “unica”. Oggi non siamo più obbligate a stare dietro i fornelli, a fare pulizie domestiche e a badare i figli come una volta, non siamo più obbligate a stare dietro i fornelli, a fare pulizie domestiche e a badare i figli come una volta,possiamo avere un lavoro e non dipendere per forza da un uomo. Oltre la frase significativa di Rita Levi Montalcini, un’altra che mi ha colpita molto e che ha molta importanza per me, è quella di Roberto Benigni che ha citato in un monologo, ed è la seguente: “La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.
Le donne fin dall’antichità sono state sempre viste come soggetti deboli e inutili per la società, considerate anche inferiori agli uomini. Hanno lottato sempre duramente per i loro diritti, per migliorare la vita alle donne appartenenti alle generazioni future e molte di loro hanno persino perso la vita. Secondo me la donna dovrebbe essere sempre onorata e rispettata e non solo festeggiata una volta l’anno. La donna è colei che dà la vita, ci cresce fin da piccoli, ci educa e non solo; come diceva infatti una GRANDE DONNA, Rita Levi Montalcini “Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente, hanno sempre dovuto portare due pesi quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale della società” . Questa frase fa molto riflettere, perchè appunto la donna oltre ad avere una sua indipendenza si occupa della famiglia e della casa contemporaneamente. Per me la donna è una figura molto importante per l’intera società si merita le stesse possibilità, gli stessi diritti dell’uomo e ringrazio le tantissime donne che con tanta fatica sono riuscite a farci ottenere i nostri diritti.
A mio parere ancora oggi uno dei problemi che ci si pone è la condizione della donna, la quale nel corso della storia è stata discriminata e destinata solamente a ricoprire un ruolo all’interno delle mura domestiche senza poter prendere parte alla vita politica.
Purtroppo viviamo in un mondo maschilista, nel nostro paese solo nel 1902 le donne furono favorite nel mondo del lavoro e nel 1946 acquistarono il diritto al voto. Nonostante ciò nei paesi del terzo mondo le donne vengono viste come un oggetto e la strada da percorrere per giungere all’effettiva parità tra uomo e donna è molta.
Per me la discriminazione di genere deve essere abolita e dobbiamo lottare insieme per raggiungere questo fine; difendere i diritti di qualcuno non significa rinunciare ai propri ma scegliere di condividerne la libertà. Spesso sentiamo al telegiornale storie di donne che subiscono violenza psicologica o sessuale anche all’interno della propria casa da parte del fidanzato che dovrebbe amare la donna, rispettarla e farla sentire protetta. Io da donna quando vengo a conoscenza di certe notizie non riesco proprio a credere che queste situazioni esistano realmente e mi si spezza il cuore pensare che anche le bambine possano subire degli abusi. Purtroppo noi donne dobbiamo avere timore di uscire tardi la sera, di camminare da sole in un vicolo buio, dobbiamo avere paura di indossare una gonna o un vestito perché qualcuno potrebbe darci fastidio. Io voglio che queste paure siano abolite, voglio avere la certezza che non mi accada nulla, voglio non aver timore di uscire da sola e sono vicina alle donne che subiscono qualsiasi tipo di violenza.
Giorno 8 Marzo è la giornata per i diritti della donna e per me è una ricorrenza molto importante che non serve soltanto a ricordarci le battaglie che le donne hanno dovuto affrontare ma anche le discriminazioni che ancora oggi subiscono. Frequentemente la festa della donna è liquidata come una delle tante feste consumistiche ignorando la sua vera importanza.
Io sono dell’opinione che le donne non sono da meno degli uomini, anzi pensare a delle bambine, adolescenti o adulte che in altri contesti politici e religiosi vivono certe situazioni di disagio o sorprusi mi fa riflettere e capire quanto io sia fortunata ad essere nata in un paese dove tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, perché siamo tutti uguali!
“Attraverso la lettura di questo articolo ho preso coscienza del fatto che essere donna non è mai stata, non è e (mi auguro di poter smentire le mie stesse parole) non sarà mai un ruolo facile da assumere in quella che tende a rimanere ancora al giorno d’oggi una società, in un certo qual modo, incline a seguire e imitare ideali di impronta prettamente patriarcale e maschilista. Le tematiche non trattate con il dovuto riguardo nei confronti della donna (spesso trascurata e abbandonata dalle istituzioni) sono ancora tante e (alcune) aventi significato abbastanza considerevole. Si tratta di tematiche che si riassumono, nel termine “diritto”. Un termine che, dopo svariati secoli di lotte, la donna è riuscita a fare proprio, a volte solo in una prospettiva prettamente teorica. Infatti, per quanto concerne l’attuazione del termine “diritto”, ci sono ancora diversi ambiti sociali ed ideologie culturali, che precludono la donna dalla libera espressione di se stessa, della propria posizione e della propria personalità. Per declinare questa mia critica in un’accezione più internazionale, potremmo osservare che se, da un lato, in passato la donna ha dovuto lottare duramente per conquistarsi una propria indipendenza sociale, il diritto al lavoro e il diritto al voto, dall’altro lato, in alcuni Paesi non vengono ancora riconosciuti alcuni dei diritti fondamentali. Nel caso ad esempio del Medio Oriente ci tengo a citare il diritto all’istruzione che continua, nonostante l’attività divulgativa da parte di associazioni internazionali, ad essere assolutamente negato alla figura femminile. Dall’altra parte, per avvicinarci all’ambito europeo, secondo me ci si dovrebbe rendere conto che non tutti i Paesi appartenenti all’UE rispettano quanto sancito nel trattato sull’Unione Europea: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e nel rispetto dei diritti umani compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.” …. belle parole, proprio belle. A mettere una firma sono tutti bravi tanto quanto a fare delle belle figure quando si tratta di giurare il rispetto in ambito teorico, o mi sbaglio? Ma sappiamo benissimo che dietro questi paroloni ci sono una miriade di doveri e diritti implicitamente sanciti che ogni Governo appartenente a una comunità di tale importanza, in quanto consapevole firmatario di tale documento, è tenuto a rispettare non solo in quanto membro dell’Unione, bensì anche, e soprattutto, in quanto leader della propria nazione. Da persona avente un buona dose di criticità mi sono resa conto che spesso tra i due ruoli è più semplice (e decisamente più conveniente) “fare bella figura” nel primo, piuttosto che fornire l’immagine di governo responsabile e coerente con la propria decisione di far parte di una comunità di fondata su tali valori su cui si fonda il concetto di “vivere secondo il modo europeo”. Ma non tutti i Paesi hanno compreso il vero senso di tale espressione, anzi, alla luce di avvenimenti recenti, alcuni Paesi iniziano ad approfittare di questa appartenenza solo per soddisfare la necessità di ricevere fondi europei, negando risolutamente qualsivoglia violazione di tali diritti nella loro pratica politica.,. A tale proposito vorrei mettere in luce i recenti scontri politici che vedono protagoniste le donne in Polonia. Basandosi su un legame (che a parer mio non dovrebbe mai essere instaurato quando ci si pone come obiettivo un progresso “sano” di una nazione) tra Stato-Chiesa la Polonia ha recentemente promulgato la legge Anti-Aborto. Paradossalmente è una legge che anziché tutelare la figura femminile ne ostacola la sua emancipazione. Ritengo che questo è uno dei motivi per cui l’UE dovrebbe togliere i fondi a questo Paese e il Paese stesso sarebbe tenuto ad abbandonare l’UE già per questa decisione. Perché io non vedo nessuna coerenza tra ciò che furono gli impegni presi con l’Europa il 1 Maggio 2004 e la legge in vigore da poco sull’Aborto. Non si può definire coerente questa relazione in cui prima un Paese firma un accordo che vale a livello europeo stipulando un impegno definitivo in quanto rappresentante del Paese in questione, e in seguito il Paese stesso decide di non rispettare quanto scritto in quel documento, emanando una “legge” ( si può definire tale un documento che viola un diritto umano, decisione che mette in discussione la cosiddetta “parità di genere”?)… Secondo me, se si è arrivati a tal punto, tanto vale che la Polonia abbandoni l’UE di modo da proseguire con le sue idee tranquillamente… vuole fare a modo proprio… ebbene che lo faccia… purché che lo faccia senza essere ipocrita e soprattutto senza percepire i fondi europei. Allo stesso modo in cui prende le decisioni, la Russia, tra i tanti paesi non rispettanti i diritti umani.
D’altro lato, secondo voi, che differenza c’è in fin dei conti, tra il fatto di tener prigioniero in un campo di prigionia siberiano un oppositore politica, divulgatore di principi considerati rivoluzionari e difensore delle libertà negate come il caso dell’attivista Aleksej Naval’ny; e negare una libertà per ragioni ideologico-culturali, incrementando sempre piu la disparità di genere e il dominio dell’uomo sulla donna? La sola cosa che cambia è la categoria colpita: nel primo caso oppositori politici e giornalisti; mentre nel secondo caso si tratta di donne. Difatti, nonostante i diversi sforzi e passi avanti compiuti dalle donne appartenenti alle generazioni passate, ancora una volta la donna è diventata pedina di interessi e ciò deve farci riflettere per continuare a difendere i suoi diritti anche in paesi apparentemente evoluti.”
Le donne fin dall’antichità sono state sempre viste come soggetti deboli e inutili per la società, considerate anche inferiori agli uomini. Hanno lottato sempre duramente per i loro diritti, per migliorare la vita alle donne appartenenti alle generazioni future e molte di loro hanno persino perso la vita.Secondo me la donna dovrebbe essere sempre onorata e rispettata e non solo festeggiata una volta l’anno. La donna è colei che dà a vita, ci cresce fin da piccoli, ci educa e non solo; come diceva infatti una GRANDE DONNA, Rita Levi Montalcini “Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente, hanno sempre dovuto portare due pesi quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale della società” . Questa frase fa molto riflettere, perché appunto la donna oltre ad avere una sua indipendenza si occupa della famiglia e della casa contemporaneamente. Per me la donna è una figura molto importante per l’intera società, si merita le stesse possibilità, gli stessi diritti dell’uomo e ringrazio le tantissime donne che con tanta fatica sono riuscite a farci ottenere i nostri diritti.
Questo articolo spiega nel dettaglio tutti i traguardi che ha raggiunto la donna per conquistare dei semplici diritti che oggi diamo per scontato. È anche vero, però, che alcuni stereotipi e pregiudizi continuano a perdurare nel tempo, e noi donne dobbiamo continuare a lottare per eliminare anch’essi. Personalmente sono fiera di essere una donna e non mi sento inferiore rispetto ad un uomo perché so di avere le stesse capacità e anche delle peculiarità che mi rendono “unica”. Oggi non siamo più obbligate a stare dietro i fornelli, a fare pulizie domestiche e a badare i figli come una volta, possiamo avere un lavoro e non dipendere per forza da un uomo. Oltre la frase significativa di Rita Levi Montalcini, un’altra che mi ha colpita molto e che ha molta importanza per me, è quella di Roberto Benigni che ha citato in un monologo, ed è la seguente: “La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.