“Se le tante donne incontrate non gli avessero teso una mano, Odisseo – forse- sarebbe ancora in viaggio”
Con questa bellissima frase, tratta dal libro L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre, la scrittrice Marilù Oliva, ci trascina in una visione dell’Odissea opposta a quella omerica, nella quale il poema viene raccontato dalla prospettiva degli uomini, senza l’intervento di nessuna donna.
L’autrice sin da adolescente è sempre stata affascinata dalla mitologia, soprattutto dal poema del viaggio di Ulisse: la sua complessità, la concezione dell’eroe, la gestione del tempo attraverso l’uso del flashback, hanno insomma appassionato ed emozionato la grandiosa scrittrice. La stessa Marilù Oliva spiega che, dopo anni di studio, esperienza e passione, si è posta una domanda: «…e se invece fossero le donne a parlare? Come si sono sentite all’arrivo di Odisseo?». Da questo interrogativo ha avuto origine l’idea di scrivere questo meraviglioso libro.
Durante l’incontro con gli studenti di alcune classi del biennio dell’IS Vittorini Gorgia, che si è svolto il 15 febbraio, Marilù Oliva ha risposto alle tante domande poste da noi alunni; ha spiegato la complessa caratterizzazione dei personaggi, aiutando i lettori a comprendere appieno il testo. Calipso, Atena, Nausicaa, le Sirene, Euriclea e Penelope sono le donne che raccontano l’avventuroso viaggio di Ulisse.
Leggendo il racconto dell’Odissea di Marilù Oliva si ha la sensazione di essere teletrasportati in un’altra epoca, nella quale le donne non potevano vivere liberamente i loro affetti, o lasciarsi travolgere dalle passioni e dalle emozioni perché ai loro sentimenti non si attribuiva il giusto valore. A rompere gli schemi e infrangere le norme maschiliste, troviamo la nostra amatissima maga Circe, simbolo dei pericoli che un uomo può trovare sulla Terra, la quale seduce di notte Odisseo, pur malinconico di ritornare in patria dalla sua tanto desiderata moglie.
Un’altra donna attratta da Ulisse è la ninfa Calipso – preferisco utilizzare il termine “attratta” perché, come ci dice l’autrice, la ninfa non prova amore per il laerziade, ma solo tensione passionale, – possiamo quindi interpretare questo sentimento come una forma di egoismo camuffato dal finto amore.
Non è amore neanche quello della giovanissima Nausicaa, la quale si “innamora” di Odisseo sin da subito, senza sapere chi fosse; la giovane donna, figlia del re dei Feaci, si era solo presa una cotta per il re di Itaca, un po’ come succede nell’adolescenza: i giovanissimi per mancanza di affetto o per il timore di non essere belli abbastanza, sono preda di facili infatuazioni.
È proprio la sofferenza della mancanza di amore che caratterizza anche le Sirene, considerate nell’immaginario collettivo, personaggi di favole e fiabe, e che invece nella storia di Omero, non sono creature fantastiche come l’Ariel disneyana, ma piuttosto esseri mostruosi, metà uccelli e metà donna, le quali stordiscono con il proprio canto tutti gli uomini che navigano nelle loro acque, per poi divorarli. Odisseo, invece, grazie al suo ingegno riesce a trovare il modo di resistere all’ammaliante canto delle sirene. Inoltre su Ulisse veglia sempre la dea Atena, pronta a mentire per aiutarlo, infrangendo i valori, che per le divinità non sono del tutto importanti.
Nel dialogo con l’autrice qualcuno ha parlato di “istinto materno”, come non pensare, dunque, alla carissima nutrice Euriclea, la quale svezza ed educa Ulisse ed è sempre pronta ad aiutarlo, come nel caso della strage dei Proci. Euriclea assume lo stesso atteggiamento protettivo delle mamme.
Per ultima, condannata all’attesa, troviamo Penelope che aspetta fiduciosamente il ritorno del suo sposo, sopportando l’invasione e i soprusi di uomini vili e prepotenti, crescendo il figlio da sola. Maestra di paziente, la moglie di Ulisse, non meno dotata di astuzia, architetta lo stratagemma della tela, che cuce di giorno e scuce di note, pur di preservare il trono del suo unico amore.
Cosa rimane di questo incontro? L’insegnamento che per la salvezza di Ulisse e del suo trono non solo il suo ingegno è stato utile, ma anche l’intervento delle donne che gli hanno offerto ora aiuto, ora hanno temprato le sue forze o sfidato la sua volontà.
Ringraziamo Marilù Oliva, sempre pronta ed attenta a rispondere alle nostre richieste; grazie alle sue risposte siamo riusciti ad arricchire e completare il nostro studio sull’Odissea. Un ringraziamento speciale e di cuore rivolgiamo alla Prof.ssa Rossana Vasta, coordinatrice di questa attività, la quale ha impiegato passione e impegno per la realizzazione dell’evento cui hanno collaborato anche i docenti: Angela Zagami, Giovanna Pepe, Lisa Bonica, Maria Rita Barretta, Maria Lucia Raciti, Maria Squillaci, Maria Fortuna Scavo.
Ricordiamo che l’incontro con l’autrice è stato realizzato in collaborazione con la DEMEA EVENTI CULTURALIU, per cui ringraziamo Oliveri Antonio che ha apprezzato e lodato i contributi multimediali che ogni classe ha prodotto per sottolineare un aspetto del racconto approfondito in gruppo o individualmente e che di seguito pubblichiamo.
A noi studenti rimane il desiderio di leggere il prossimo libro per viaggiare con la mente nel tempo e nello spazio.
Fatima Benedetto Tomasello, 2F