SOLO UN DEMONE POTRÀ SALVARCI
La storia della contemporaneità ci insegna che tutte le rivoluzioni approdano sempre alla conservazione intesa come mantenimento di una società perfetta che i rivoluzionari pretendono di aver raggiunto, che vogliono conservare e magari estendere. Dall’altra parte, la conservazione di una società ritenuta già perfetta e ordinata secondo un ordine naturale-divino apre sempre alle rivoluzioni come misconoscimento storico di tale ordine naturale, universale e immutabile per aprire la società al progresso e alle novità offerte dalla storia. Dal punto di vista della teologia politica, rivoluzione e conservazione sono le due facce della stessa medaglia, ovvero, del messianismo politico inteso come quel tentativo di anticipare e instaurare il regno di Dio in terra, la fine dei tempi, in cui lo stato esercita “un monopolio sull’uso legittimo della forza” (M. Weber), “istituzionalizzando i divieti” (M. Foucault).
Oggi che tempi viviamo? verso dove andiamo? e soprattutto chi potrà salvarci?
Solo il demone dell’etica potrà salvarci: «ē̂thos per l’uomo (è il suo) dáimōn» (l’etica determina il nostro destino) Eraclito.
Alla luce della filosofia Kantiana è chiaro che non si può dimostrare e nemmeno negare razionalmente l’esistenza di Dio: l’intelletto non può affacciarsi oltre il fenomeno e constatare l’esistenza o meno di Dio. Anzi, paradossalmente, il giorno in cui la scienza dovesse dimostrare l’esistenza di Dio, personalmente ed ogni credente serio, non crederebbe più in Dio o per lo meno in quell’Essere ridotto ad ente. Viceversa il giorno in cui la scienza dovesse dimostrare la non esistenza di Dio, ogni scienziato serio non crederebbe più nella scienza o per lo meno a quella scienza ridotta a metafisica.
L’uomo può vivere con Dio o senza Dio in quanto vivere con Dio o senza Dio non è un “presupposto”, un “dato che…quindi”, ma un “postulato della ragion pratica”: si può vivere “come se” Dio esistesse o “come se” Dio non esistesse. Più radicalmente si può affermare che si può o addirittura si deve vivere senza Dio anche se questo esistesse in quanto non se ne può dimostrare razionalmente e scientificamente l’esistenza e viceversa si può o si deve vivere di/con Dio anche se questo non esistesse in quanto non se ne può dimostrare razionalmente e scientificamente la non esistenza.
La domanda allora è: che significa vivere “come se” Dio esistesse o “come se” Dio non esistesse?
“Se Dio non esiste tutto è lecito”? (Dostoevskij); se Dio esiste è tutto lecito in suo nome?
Il punto è che “tutto è politica” (Thomas Man) e l’etica è il destino dell’uomo in quanto solo l’uomo sceglie e agisce liberamente o con Dio o senza Dio.
Il “macchinismo” contemporaneo, infatti, nega la scaturigine originaria, originante e creativa dell’etica ovvero l’uomo, preferendo a questo la macchina: l’attuale società tecnocratica sta cercando di sostituire al vecchio ateismo e alla vecchia credenza, che mettevano al centro l’uomo, una nuova religione che vede nella tecnica uno strumento per una nuova umanità, per “rifare la vita” riducendo l’uomo ad ente fra gli enti che trapassa negli oggetti e questi nell’uomo, tutto si confonde in una unidimensionalità che omologa ed assimila uomo ed oggetti riducendo l’uno all’altro e viceversa.
Nella società contemporanea segnata dall’avvento della religione della macchina, il confine che separa l’immagine dell’uomo da quella degli oggetti scompare:«l’accresciuta importanza della macchina e della meccanizzazione nella vita dell’uomo significa infatti che si è entrati in un nuovo eone mondialae…l’organismo umano viene sostituito dalla macchina…l’automazione e la meccanizzazione sono un processo irreversibile, fatale, cosmico. Non si può trattenere la vecchia carne organica dalla sua corsa verso la morte» (Nicolaj Berdjaev, la crisi dell’arte).
Oggi la soggettività etica propria dell’uomo, la sua “volontà di potenza” è stata sostituita dalla “capacità di potenza” delle macchine che, nelle mani di quel capitalismo ultraliberista, priva l’uomo della sua dignità. Solo l’uomo è un soggetto etico capace cioè di scegliere e agire liberamente, “l’uomo è il mondo dell’uomo” (K. Marx) e non c’è “un mondo dietro il mondo” (F. Nietzsche) per cui l’etica della responsabilità è quel demone che può salvarci da quel demonio che è il macchinismo contemporaneo. La resurrezione, di cui abbiamo fatto memoria , è il riposizionamento del corpo nella storia contro ogni forma di spiritualismo e di fuga dal mondo e contro ogni sfiguramento e scarnificazione dello stesso nella riduzione ad oggetto, merce per il profitto dei pochi: nascere dal grembo della madre significa lasciare il giardino dell’Eden, la terra promessa e vivere “la nuda vita” nella “nuda terra” dove scorrono lacrime e sangue e dove soltanto il demone dell’umana etica potrà salvarci.
Prof. Nuccio Randone, Docente di Religione con Licenza in Teologia Morale