La lettura e la scrittura come ponte tra passato e futuro: Dacia Maraini e il suo messaggio di speranza per i giovani

8 Giugno 2023 0 Di Redazione
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Il progetto “lettura “per l’anno 2022/2023, curato dalla Prof.ssa Rossana Vasta in collaborazione con la Demea Eventi, si è concluso giorno 1 giugno, presso l’auditorium dell’Istituto Gorgia Vittorini, alla presenza del dirigente scolastico, il Prof. Vincenzo Pappalardo, delle vicepresidi, Prof.ssa Caterina Battiato e la Prof.ssa Lucia Sala. Il progetto si affianca alle numerose attività proposte dal Dipartimento di lettere, diretto dalla Prof.ssa Maria Fortuna Santa Scavo. È stata la scrittrice Dacia Maraini ad incantare una platea di alunni attenti e curiosi, con un dialogo che diventa viaggio nella storia della letteratura, ponte sospeso tra passato e futuro, per condurre i giovani ad una riflessione che vuole essere conoscenza di sé, proprio attraverso la scrittura e la lettura. Non a caso Dacia Maraini chiede sempre ai ragazzi di cercare, scoprire e perseguire la propria “passione”. La discussione verte intorno a tre romanzi: Onda Marina e il Drago spento, rivolto ai giovani lettori degli Istituti comprensivi Marconi, Vittorio Veneto e Pirandello, Il treno dell’ultima notte e Caro Pier Paolo, proposti rispettivamente agli studenti del biennio e del triennio. La scelta ha tenuto conto della possibilità di completare e arricchire lo studio di un autore come Pier Paolo Pasolini, con la testimonianza di chi ha vissuto e condiviso gli ideali di un’epoca segnata da grandi trasformazioni. È proprio dall’amico Pier Paolo che il viaggio comincia, sulle note di Ennio Morricone, reinterpretato dal Maestro Luigi Zimmitti, con la lettura di Giulia Cammilleri, studentessa della classe 5E.

 Emerge la potenza di una scrittura salvifica, capace di aprire un dialogo con l’amico perduto, di recuperare ricordi preziosi e di consegnarli alle nuove generazioni, che solo attraverso la memoria del passato potranno costruire un futuro, improntato ai valori della fratellanza e della solidarietà.  Il tema comune ai tre romanzi sarà sempre l’amicizia in tutte le sue molteplici sfumature.  Sì comincia con i toni fiabeschi di Onda Marina e Drago Spento, con la storia di un amore che è atto di fede verso la possibilità di superare ogni barriera culturale e ideologica; si continua con il viaggio dell’intrepida Amara, che in un mondo scisso, segnato dalla Guerra fredda, supera confini e paure, alla ricerca dell’amico di infanzia, di cui rimangono solo alcune lettere e il ricordo di un ragazzo gentile, che sogna di volare e si arrampica sui ciliegi.  Amara dovrà fare i conti con un corpo martoriato e con una mente devastata dagli orrori del campo di concentramento e solo un atto d’amore potrà accettare e assolvere l’uomo che ha capito cosa significhi” essere morto senza morire”. La tragica esperienza del campo di ritorna nella rievocazione della scrittrice con la forza della testimonianza diretta, con il dovere di ricordare, affinché tutto ciò non si ripeta più.

Il cerchio di chiude proprio con Pier Paolo Pasolini, a cui gli studenti si sono avvicinati, attraverso una scrittura intima e intensa, capace di raccontarci l’uomo mite ma fiero, ferito e indignato, ma anche il profeta di mondo in declino.

Le domande sono state il filo conduttore di una conversazione che porta Dacia Maraini a riflettere su un altro tema ricorrente nelle sue opere: il ruolo delle donne e la strenua lotta per la libertà, che passa sempre e solo attraverso la conoscenza e la cultura, con l’amara constatazione che in alcune parti del mondo sia ancora privilegio riservato ad un mondo maschile, che usa la violenza più bieca per estromettere le giovani donne dalla scuola e dal diritto all’istruzione. Il suo messaggio arriva al cuore degli studenti ancora più vivido e forte, proprio perché questi sono i giorni in cui la violenza imperversa sotto i nostri occhi. La cronaca parla di femminicidio, ma la nostra coscienza sente il peso della disumanizzazione imperante, contro cui è necessario insorgere e combattere quotidianamente, proprio tra i banchi di scuola, in quella comunità educante che deve diventare faro nella notte più buia.  La parola è la nostra arma vincente, quella che scava nell’animo degli studenti, che illumina, che instilla valori, che insegna ogni giorno la sacralità della vita.

Prof.ssa Rosa Caminito