Uscita didattica a Pantalica e Vendicari
Nella giornata del 17 novembre il Liceo Gorgia Vittorini ha organizzato una visita didattica inerente le ore previste di orientamento per l’anno scolastico in corso, presso la riserva naturale di Pantalica. L’attività è stata fortemente voluta ai fini di rafforzare la conoscenza archeologica, etnoantropologica e naturalistica di un sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e Riserva Naturale Orientata quale Pantalica – Valle dell’Anapo. L’obiettivo è stato quello di motivare gli alunni alla scoperta del bello inteso come capacità di incidere positivamente nella salvaguardia del territorio. Gli alunni sono stati infatti indirizzati a scoprire gli equilibri tra natura, storia, cultura, mito e tradizioni nonché il valore della biodiversità naturale, paesaggistica, storico/culturale e sociale al fine di comprendere la figura professionale della guida sul campo. Infatti hanno collaborato all’iniziative le guide naturalistiche abilitate AIGAE, Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, Associazione di categoria nazionale che dal 1992 rappresenta chi per professione accompagna le persone in natura, illustrando loro le caratteristiche ambientali e culturali dell’area visitata.
Le guide naturalistiche Paolino Uccello, Fabio Amenta e Marco Mastriani che ci hanno accompagnato durante il percorso sono inoltre archeologi ed etnoantropologi, promotori della salvaguardia dell’ambiente in quanto soci dell’ENTE FAUNA SICILIANA, che è stata riconosciuta come “Associazione Ambientalista” dalla Regione Sicilia.
Il territorio visitato fa parte dell’Ecomuseo degli Iblei, di cui è presidente Paolino Uccello, fondato allo scopo di recuperare, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, le figure, le tradizioni, la cultura materiale e immateriale, le relazioni fra ambiente naturale e ambiente antropizzato, le attività di lavoro artigianali.
Gli studenti hanno percorso ambienti archeologici e naturali del sud est molto eterogenei e differenti tra loro che comprendono un elevato numero di specie caratteristiche di determinati luoghi molto piccoli. Com’è facile comprendere, gli ambienti di maggiore pregio sono i meno accessibili, tanto dall’uomo, quanto dagli animali di allevamento e cioè i costoni rocciosi e le cave.
Lungo il percorso dell’area naturalistica e archeologica abbiamo osservato ambienti in cui trovano rifugio molte piante rare e molti endemismi, le une e le altre spesso in pericolo di estinzione. A tali e tanto variegati ambienti fisici e vegetazionali corrisponde, ovviamente, una fauna altrettanto ricca e complessa, comprensiva di quasi tutte le specie animali censite in Sicilia.
Dal percorso si dirama una rete di sentieri ben segnalati che si inerpicano verso il pianoro e la Necropoli. Un sentiero totalmente incassato nella roccia che ci ha condotto nell’area archeologica sicula e bizantina, nella fortezza naturale di Pantalica, oggi sito UNESCO, con le sue cinquemila grotte millenarie che vanta la necropoli preistorica più grande del Mediterraneo, l’Anaktoron, il Palazzo del Principe e i villaggi bizantini con chiesette rupestri. L’area è attraversata dal fiume mitologico Anapo e dal torrente Calcinara e perfino il toponimo “Iblei” deriverebbe dal nome del leggendario re di Pantalica, Hyblon che, nella tarda età del bronzo (XI – IX sec a.C.), concesse ai coloni greci, provenienti da Megara, città dell’Eubea, il territorio dove fondarono l’antica polis di Megara Iblea.
Dopo un breve ristoro nell’area attrezzata dell’Ente Foreste demaniali ci siamo recati lungo il tragitto della ex stazione nei pressi della RNO VALLE DELL’ANAPO. L’Anapo nasce nella parte più alta del tavolato Ibleo sul monte Lauro, la montagna dell’Alloro, secondo i romani, e da qui inizia la sua corsa verso il mare attraverso paesaggi di suggestiva bellezza. La riserva, spiegata da guide preparate e appassionate, è stata istituita nel luglio 1997 e ricade nell’area dei tavolati Iblei che caratterizza buona parte della Sicilia sud orientale, estesa per 3712 ettari. Inoltre abbiamo potuto osservare il percorso della antica Ferrovia Siracusa – Vizzini – Ragusa e ammirare marmitte create dal Fiume Anapo e anche dalla riserva naturalistica ammirare ancora una volta le tombe della necropoli di Pantalica.
Ancora una volta archeologia e patrimonio naturale vivono in profonda simbiosi ed esprimono l’elevato concetto di patrimonio culturale testimone di civiltà che rafforza nei nostri studenti la consapevolezza e la competenza ambientale al fine di renderli cittadini attivi attraverso le conoscenze delle tradizioni e della cultura locale.
Vendicari
Il 16 novembre il nostro liceo ha organizzato, per le classi del biennio, una visita didattica inerente le ore previste di orientamento, presso la riserva naturale di Vendicari.
L’obiettivo principale della visita didattica è quello di motivare gli alunni alla frequenza assidua del territorio attraverso la scoperta del bello inteso come capacità di incidere positivamente nella salvaguardia del patrimonio. Gli studenti comprenderanno gli equilibri tra natura, storia, cultura, mito e tradizioni al fine di incarnare i valori della sostenibilità. Lo studio dell’educazione ambientale è un’occasione di crescita individuale, familiare, scolastica e culturale che fornisce le basi per una cittadinanza ambientale che rafforzi la capacità di partecipazione per la costruzione del sistema ambientale attraverso le conoscenze delle tradizioni e della cultura locale e la conoscenza e consapevolezza della biodiversità (intesa come il complesso degli esseri viventi che popolano il pianeta) per avere chiavi di lettura e di comprensione e di interpretazione rispetto a significati, manifestazioni e funzionamento della vita.
A guidarci in questo splendido itinerario è stato Paolino Uccello, guida naturalistica autorizzata, e dirigente regionale dell’Ente Fauna Siciliana, volto noto delle trasmissioni quali Linea blu e Geo Geo, si ricordi il servizio “Le grotte a Siracusa. Vendicari e la sua storia” per la trasmissione televisiva LINEA BLU, Rai Uno. Dal 1998 collabora alla realizzazione del programma individuando e curando locations nelle province di Siracusa e Ragusa.
Quando si arriva a Vendicari, il mare avvolge in un magico abbraccio: è qui che il Mediterraneo si manifesta nella sua bellezza e varietà di forme e colori. La Sicilia sud orientale per posizione geografica e per tradizioni storiche è riuscita a mantenere intatto il suo patrimonio naturalistico. Chi percorre per la prima volta la provinciale Noto Pachino, guardando dall’alto del promontorio i Pantani di Vendicari, si sentirà sicuramente avvolto da un alone di mistero e magia. Vendicari è definita “l’albergo degli uccelli” perché ogni anno accoglie 250 specie di uccelli delle 500 presenti in Italia che, prima di spiccare il volo verso le coste africane, qui sostano per rifocillarsi. Vendicari non ha particolari asperità, la visita quindi è molto agevole e piacevole. A vigilare sulla riserva, i resti di una vecchia tonnara e, come tutte le altre costruite lungo la costa della Sicilia Sud orientale, anche quella di Vendicari era una tonnara di ripasso cioè adibita alla pesca di quei tonni che avendo già deposto le uova tornavano in alto mare con le ovaie vuote. L’Ecomuseo di Vendicari L’ecomuseo, centro visitatori della RNO Oasi faunistica di Vendicari, è stato realizzato dall’Ente Fauna Siciliana in collaborazione con l’Ente gestore della Riserva, Azienda Foreste Demaniali della Regione siciliana. È un centro studi e ricerche che si avvale della collaborazione dell’Università di Catania ed ha creato un filtro per diminuire il forte impatto ambientale causato dal crescente numero di visitatori. Promuove convegni e conferenze con l’intento di dare vita ad un circuito turistico culturale per veicolare un’immagine della Riserva basata sulla tutela e sulla ricerca scientifica. L’ecomuseo a chiara vocazione mediterranea si è arricchito nel tempo di reperti della civiltà contadina con l’esposizione di una “masciddara” (sponde laterali del carretto siciliano) con rappresentazione della pesca del tonno e una ricostruzione in miniatura degli ambienti rappresentativi della tonnara realizzati con fusti di grano (i usi). Inoltre sono esposte testimonianze della cultura marinara e della fauna e flora della Riserva.
La visita è stata estesa anche alla “Villa del Tellaro”, che con quella della stessa epoca scoperta in provincia di Messina a Patti Marina, con la più famosa di Piazza Armerina rappresentano fondamentali parti di riferimento per la conoscenza dell’assetto socio-economico della Sicilia nell’età tardoantica. Abbiamo visitato gli ambienti legati alle coltivazioni e al rispetto della natura che ne conseguiva, osservato il mosaico pavimentale policromo con scene di caccia inquadrate in una fascia perimetrale a meandri alternati a rappresentazioni di volatili e la scena con la rappresentazione del riscatto del corpo di Ettore.
Prof.ssa Annalisa Liggeri