Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia
Ieri 21 marzo 2022, l’IS Vittorini Gorgia ha celebrato la ventisettesima edizione della Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzando una conferenza svolta in presenza e modalità online, per consentire a tutte le classi di tutte le sedi di partecipare. L’attività, inserita nell’ambito dell’educazione alla legalità, è stata curata dalla prof.ssa Daniela Addamo e dalla prof.ssa Maria Fortuna Scavo.
La manifestazione a carattere nazionale è nata dalla volontà di don Luigi Ciotti, fondatore dell’Associazione Libera contro le mafie e da due donne, due madri: la signora Saveria, madre di Roberto Antiochia agente di Polizia di Stato, rimasto ucciso il 6 agosto 1985, mentre col suo corpo cercava di fare da scudo al Vice Questore Cassarà, morirono entrambi, e la signora Carmela, mamma di Antonio Montinaro, ucciso nella strage del 23 maggio 1992 con Giovanni Falcone, di cui era il caposcorta. Nel corso di una funzione religiosa in ricordo della strage di Capaci, don Luigi incontrò Carmela, ne accolse il dolore e la preoccupazione perché il nome di suo figlio, come degli altri agenti della scorta, non veniva mai pronunciato.
È così che don Luigi Ciotti decide di riparare il dolore di questa madre ideando una manifestazione durante la quale chiamare per nome ciascuna vittima innocente di mafia. Oggi questo elenco conta 1031 vittime di mafia, fra cui 113 donne e 93 minori. La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017. Da allora molta strada è stata fatta. Innumerevoli sono state le iniziative, i percorsi di cambiamento proposti e realizzati: beni confiscati, memoria, educazione alla corresponsabilità.
Il 21 marzo è un momento di riflessione, di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle persone.
La manifestazione nazionale si è svolta a Napoli, luogo di cultura e di accoglienza, capace di rispondere all’emergenza criminale con iniziative sociali di ogni tipo.
“Portare a Napoli il 21 marzo vuol dire accendere i riflettori su un territorio in cui le organizzazioni criminali fanno oggi uso della violenza per uccidersi, e uccidere vittime innocenti, impaurire le donne e gli uomini. Napoli è una delle città che ha maggiormente pagato un tributo di sangue innocente negli ultimi anni: il nostro elenco parla di giovani ragazzi che hanno perso la vita per mano della violenza camorristica; giovani dei quartieri popolari le cui speranze sono state stroncate da una guerra fatta per il controllo della droga e del racket. Siamo a Napoli anche per incoraggiare la Campania che resiste, fatta di gente perbene che s’impegna per il bene della sua terra e dell’intero paese.
Napoli è la “piazza” principale, ma simultaneamente, in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime”. (https://www.libera.it/schede-1859-terramia).
Ecco perché gli organizzatori hanno scelto di iniziare la conferenza con il collegamento online da Napoli e seguire così il saluto di Don Luigi Ciotti.
Collegamento con Napoli, per seguire il saluto di don Ciotti
Ogni nome è un battito di questo grande cuore che pulsa in piazza a Napoli, scandire con cura i nomi è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate con l’esempio di chi ha combattuto le mafie a costo della sua stessa vita per il dovere civile o professionale, ed anche per ricordare le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o di un di esplosivi.
Terra mia. Coltura – Cultura, lo slogan dell’edizione 2022 della manifestazione, promuove un duplice impegno: la cura dell’ambiente e della formazione culturale.
È proprio nell’ambito dell’educazione alla legalità e alla corresponsabilità che si inserisce il progetto avviato dalla classe 4^ E, curato dal Prof. Culò e dalla Prof.ssa Anna Lisa Scammacca, dal titolo Libera Terra Leontinoi. Gli studenti e le studentesse hanno presentato, anche attraverso un video e un report, il lavoro svolto e i risultati ottenuti (vedi articolo per approfondimento, ndr)
La classe 4 ^E presenta il progetto “Libera Terra Leontinoti”
Alla manifestazione ha partecipato il presidente dell’ANPS di Lentini Vincenzo Laezza, il quale ha sottolineato l’importanza della legge n. 646, del 13 settembre 1982, nota come legge “Rognoni-La Torre”.
Fra gli interventi da sottolineare: la riflessione di Antonio Fogliani, membro dell’ANPS che con tono accorato ha ricordato le attività svolte in campo professionale nell’impegno a contrastare la criminalità organizzata.
A chiudere gli interventi, significativa è stata la considerazione condivisa dal giornalista Salvo Di Salvo che ha rimarcato la necessità di promuovere l’educazione alla legalità in tutti gli ambiti educativi, per cui non solo la famiglia ma anche la scuola, le associazioni culturali, sportive, le parrocchie devono essere luoghi e occasioni di formazione civile, perché tutte le agenzie educative devono contribuire alla costituzione di una comunità sana.
La manifestazione si è conclusa con un esercizio di memoria, lanciato dall’associazione Libera contro le mafie: invitare tutti i partecipanti a prendere in carico una vittima innocente delle mafie, dall’elenco pubblicato vivi.libera.it, scattare una foto con in mano un foglio che riporti il nome della persona prescelta e condividerla sui social di Libera. A dare il via alla presa in carico delle vittime sono state le organizzatrici della manifestazione. La prof.ssa Scavo ha scelto di ricordare Barbara Rizzo brutalmente assassinata nella Strage di Pizzolungo, mentre accompagnava a scuola i suoi piccoli gemelli, Salvatore e Giuseppe, di soli sei anni uccisi anch’essi da un’autobomba destinata a colpire il magistrato Carlo Palermo. La prof.ssa Addamo ha ricordato Cirino Catalano, un ragazzo lentinese di 23 anni, ucciso per errore in un agguato di mafia.
Il lavoro di presa in carico delle storie delle vittime innocenti delle mafie rappresenta un esercizio di memoria responsabile e generativa; un impegno che innanzitutto restituisce dignità alle vittime, alle loro esistenze drammaticamente interrotte e ai loro familiari.
Infine, condividiamo e rilanciamo il messaggio che ieri don Luigi Ciotti ha proclamato da Piazza Plebiscito: «La cultura dà la sveglia alle coscienze: prima di essere un fatto criminale da affrontare con leggi e provvedimenti penali, le mafie e la corruzione sono una grande questione sociale, culturale ed educativa. Sono il frutto di una carenza di assunzione di responsabilità».
«La scuola non può sottrarsi – chiosa il Dirigente Scolastico dell’Istituto Vittorini Gorgia Prof. Vincenzo Pappardo – al suo ruolo educativo che si realizza non solo attraverso la trasmissione di saperi ma anche attraverso il consolidamento di valori civili e umani fondamentali come la giustizia e la libertà. Educare alla legalità significa andare alla scoperta del nesso fra rispetto delle regole e convivenza pacifica. Fare conoscere la storia di chi coraggiosamente ha speso la sua vita per custodire il bene comune serve a proporre esempi validi ai nostri studenti e alle nostre studentesse».
Vincenzo Laezza, presidente dell’ANPS di Lentini Antonio Fogliani, socio dell’ANPS di Lentini Salvo Di Salvo, giornalista
Il Prof. Nicolò Culò e la Prof.ssa Annalisa Scammacca La Prof.ssa Daniela Addamo e la prof.ssa Maria Fortuna Scavo