Meta e Moro espugnano Sanremo: “non ci avete fatto niente?”

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Sono già passati più di due mesi dalla serata finale del 68° festival della canzone italiana, serata che ha visto trionfare con un risultato schiacciante il duo formato dai cantautori Ermal Meta e Fabrizio Moro, in gara con il brano Non mi avete fatto niente composto dagli stessi interpreti e dal collaboratore storico di Moro, Andrea Febo. Di certo si tratta di un lasso di tempo sufficiente per poter essere in grado di fornire un’analisi del brano e della discussione circa il suo contenuto. Non ci soffermeremo a discutere della diatriba riguardo alla validità della partecipazione in gara del pezzo sia perchè tanto è già stato detto, sia perchè non appare produttivo e sia perchè il nostro punto di interesse sarà ben altro.

La canzone sarebbe stata scritta dal duo in seguito all’attentato di Manchester del Maggio 2017 al concerto di Ariana Grande, essa a detta degli autori è una “danza contro la guerra”. Il testo esalta la resilienza umana contro gli atti di terrorismo, contro le guerre e le violenze: Non mi avete fatto niente Non avete avuto niente Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre. Vengono inoltre sottolineati elementi come l’uguaglianza, l’amore, il bene familiare: Galassie di persone disperse nello spazio Ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio/ Braccia senza mani, facce senza nomi Scambiamoci la pelle, in fondo siamo umani. In maniera obiettiva si deve dire che il testo è ben composto e ben organizzato, così come lo è il sistema delle rime, caratteristica da non sottovalutare nella musica radiofonica moderna (vedasi il Rap e il Trap mal prodotti). Dal punto di vista musicale il brano è molto semplice, quasi minimalista, a tratti un po’ scarno forse, ma risulta essere comunque efficace. Il sound Pop dell’elettronica e delle chitarre si fonde incui alcuni passaggi con dei groove di percussioni e batteria richiamanti al Folk, e tutto ciò è ben strutturato e piacevole all’ascolto seppure, come già detto, un po’ troppo minimalista. Nell’arrangiamento non mancano nemmeno i classici archi sanremesi e le classiche linee standard di piano, a cui tanto siamo abituati, che rendono il tutto ancora più “family friendly”. A questo punto ci si chiede: qual è il quid che ha consentito alla canzone di vincere il festival e che le ha fatto accaparrare già un disco d’oro? A mio avviso esso si incarna totalmente nell’argomento della canzone. Lasciatemi dire che presentare questo brano al festival di Sanremo rappresenta nel campo della musica una delle trovate più strategiche e populiste degli ultimi tempi. La domanda è: se  l’argomento non fosse stato così attuale, così vicino alla sensibilità mondana e così tanto sentito da tutti la canzone avrebbe trionfato comunque? Si badi bene che qui non si sta mettendo in dubbio la validità del contenuto del brano e nemmeno il valore musicale che è più che discreto, qui ci si chiede quanto demagogica sia stata come mossa il presentare Non mi avete fatto niente al festival. Abbiamo visto in passato presentare canzoni con temi impegnati, ma raramente, per non dire mai, hanno avuto così grande fortuna. A Moro e Meta vorrei dire: ci avete saputo abbindolare per bene o non ci avete fatto niente?

 

 

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