Sfida all’ultima canzone
È Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, il vincitore della sessantanovesima edizione del festival di Sanremo, che con “Soldi”, un brano totalmente differente dai soliti canoni delle precedenti canzoni vincitrici, ha stravolto il concorso canoro più famoso d’Italia. Sul podio troviamo inoltre Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, classificatosi secondo con “I tuoi particolari” ed Il Volo, il trio composto da tre tenori, con “Musica che resta”.
Possiamo dire che la classifica ha destato molto scalpore tra il pubblico dell’Ariston, che si è dimostrato molto insoddisfatto. Per molti Mahmood non meritava il primo posto poiché di madre italiana e di padre egiziano, e quindi non rappresentava un modello all’altezza degli altri artisti presenti in gara, come lo stesso Ultimo che si è rivelato il “vero” vincitore per gli spettatori, ricevendo il 54% dei voti del televoto popolare, quando invece l’effettivo vincitore ha ricevuto solamente il 14% del televoto popolare. Il risultato finale è stato determinato dalla giuria di qualità che ha attribuito a Mahmood il 63,7% dei voti ed ad Ultimo solamente il 24%. Oltre alle polemiche per il primo posto sono state numerose anche le lamentele per il quarto posto della regina del rock, Loredana Bertè, che con la sua “Cosa ti aspetti da me” ha conquistato la parte più matura del pubblico. Altri capolavori presentati al festival più o meno sono stati molteplici come “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi, “Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti, o “La ragazza con il cuore di latta”. Però possiamo affermare che anche gli Ex-Otago con “Solo una canzone” e Motta con “Dov’è l’Italia”, hanno segnato il festival, presentando due canzoni che malgrado non siano arrivate tra i primi posti hanno dimostrato che la musica che rappresenta l’Italia sta cambiando e che la nostra terra è in continua evoluzione e mentre molti si focalizzano sulla provenienza e non sulla bellezza o sull’innovazione del brano presentato, l’Italia tra le mille contrapposizioni di pensiero dimostra di essere già cambiata. Salvini ha inoltre espresso la sua preferenza nei confronti di Ultimo piuttosto che nei confronti di Mahmood, affermando che a suo parere il festival della canzone italiana, debba essere vinto da concorrenti con origini tali , pensiero alquanto bigotto e discriminatorio. Possiamo inoltre affermare che il direttore artistico Claudio Baglioni è riuscito con il suo intento nel promuovere un “Festival dell’armonia” con testi veramente significativi ed attuali con un’unica parola-chiave: “Amore”. “Amore maturo”, “Amore per interessi”, “Amore dittatoriale”, “Amore per la vita”, insomma “Amore” in tutte le sue sfumature, ma pur sempre “Amore”.
Questa edizione è stata il simbolo della rinascita e del progresso della musica Italiana e la dimostrazione che con l’impegno e la dedizione si può ottenere tutto. Concludo con una frase pronunciata da Mahmood:
“Non importa da dove tu venga, ma quello che tu fai e se lavori sempre puoi arrivare a qualcosa, a me è successo proprio questo e da due mesi a questa parte i miei risultati sono arrivati, prima con Area Sanremo, ora con Sanremo Big. Basta lavorare ed essere se stessi per arrivare al successo.”